Abi disponibile alla proroga della rinegoziazione Tremonti

Nonostante i risultati deludenti dell'accordo, la proposta torna alla ribalta.

l'accordo voluto dal ministro Tremonti, fu avviato al termine del periodo estivo, in piena crisi mutui, e consentiva alle famiglie con un mutuo a tasso variabile di rinegoziarlo presso la stessa banca tramite un particolare meccanismo di dilazione. Ieri a Gubbio, durante un incontro dell' Associazione Bancaria sono stati diffusi i risultati di questa operazione. Risultati non certo positivi, visto che solo una famiglia su tre, di quelle che potevano accedervi, hanno risposto al'offerta fatta dal proprio istituto bancario.

tutte le altre hanno optato invece per una rinegoziazione "classica", o per la surroga con un altro istituto.

Complessivamente più di 130.000 persone hanno cambiato le caratteristiche del proprio mutuo: oltre alle circa 30.000 rinegoziazioni dalla convenzione Abi-Tesoro, ci sono state circa 90.000 rinegoziazioni volontarie tra banca e cliente e 13.000 operazioni di cambio mutuo tramite la portabilità.

Tutte le banche che hanno aderito all' iniziativa ABI-Governo si erano impegnate, dopo aver siglato l'accordo per la rinegoziazione di stato, ad inviare a tutti i propri clienti con un mutuo a rata variabile una lettera in cui venivano illustrate le possibilità messe a disposizione delle famiglie per ridurre la propria rata del mutuo, invitando a valutare le condizioni della rinegoziazione di stato. le famiglie interessate potevano aderire alla proposta entro il 30 novembre, affinchè la rata calmierata fosse effettiva già dal nuovo anno.

Oggi, visti i risultati, L'ABI si è detta pronta ad una proroga del termine entro cui accettare l'offerta di rinegoziazione del mutuo.
Lo ha detto il Direttore Generale Giuseppe Zadra specificando : "Abbiamo dichiarato al ministro Giulio Tremonti che noi siamo disponibili ad allungare i tempi rispetto al 30 novembre" e alla domanda se si pensi di modificare le modalità della rinegoziazione ha risposto: "Mai parlato di questo argomento".

Con il calo dei tassi di interesse innescato dall'intensificarsi dalla crisi finanziaria e dagli ultimi interventi della Banca Centrale Europea, non sembrano essere più i mutui a tasso variabile al centro delle preoccupazioni delle famiglie ma la possibile perdita del posto di lavoro e l'assottigliarsi del reddito disponibile. Rischia quindi di porsi al governo e alle banche italiane la questione dei crediti personali.

Zadra non esclude che la prossima falla possa aprirsi proprio nei debiti delle famiglie, ed infatti specifica "Il problema oggi possono essere le carte di credito, il cui valore è 10 volte il volume dei mutui. Se ci fosse un numero di insolvenze tale da innescare una reazione a catena, potrebbe esserci una crisi molto grossa"

Sebbene secondo dati Abi la sofferenza delle famiglie italiane sia da tre anni stabile allo 0,8%, quindi lontana dagli standard americani, Zadra ha aggiunto : "Sono timoroso di quello che sta arrivando".

Fonte Kredis

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