Mutui : in Italia più cari d' Europa

Le associazioni contro la lenta discesa delle rate.

Dopo il taglio netto del costo del denaro, voluto dalla BCE (Banca Centrale Europea) la scorsa settimana, anche le rate dei mutui a tasso variabile stanno scendendo. La discsa però è troppo lenta. Questa almeno, è l'accusa delle maggiori associazioni dei consumatori che lamentano il ritardo con cui gli indici di riferimento vengono allineati al tasso BCE.

Certo, i livelli dell'euribor non sono più quelli da record toccati nel mese di ottobre quando si arrivò addirittura al 5%. Ma sono ancora lontani da quel 2,50% fissato il 4 dicembre scorso dalla Banca Centrale Europea con un taglio dello 0,75%.

Lo scarto tra costo del denaro ed euribor è ancora mediamente di mezzo punto.«Scarto che va a vantaggio delle banche, che approfittano della loro forza di mercato per danneggiare mutuatari e imprese» accusa Elio Lannutti, presidente di Adusbef, citando il confronto tra i tassi medi sui finanziamenti in Italia e quelli dei Paesi dell’area euro. Le ultime rilevazioni evidenziano che i mutui sottoscritti a settembre costavano il 5,93% in Italia contro il 5,37% in Europa.

Le novità del decreto anti-crisi


Se questo ritardo nell allineamento dei tassi dovesse durare ancora, le famiglie con maggiori difficoltà possono comunque sperare in un aiuto di stato. Il decreto anti-crisi (decreto n. 185 del 28 novembre 2008) appena varato garantisce una soglia massima del 4% oltre la quale la differenza di rata viene corrisposta alla banca da parte dello stato.
Questa misura però non è valida per tutti i mutui, ma solo per quelli che al momento della sottoscrizione costavano meno del 4%. In media dovrebbero poter godere di questa possibilità i mutuatari che hanno acceso il mutuo tra il 2003 ed il 2006. Per tutti gli altri il paracadute è fissato nel tasso di partenza iniziale.
Il testo del decreto però fa discutere. Sia perché esclude i contratti a tasso fisso, sia perché, in uno scenario di tassi in discesa dell’Euribor, il tetto del 4% si potrebbe rivelare in molti casi “virtuale”. Secondo quanto stimato dall’Abi infatti, nel secondo trimestre del 2009 l’Euribor a 3 mesi dovrebbe scendere fino al 2,81% e ancora al 2,6% in quello successivo. Di conseguenza difficilmente, anche comprendendo lo spread, i tassi dei mutui supereranno la soglia di garanzia del 4%.

Per i nuovi mutuatari invece, il governo ha voluto imporre alle banche, sempre con lo stesso decreto anti-crisi, di permettere ai nuovi clienti di poter scegliere se ancorare il proprio mutuo a tasso variabile all'indice Euribor (come tradizionalmente si è fatto fino ad oggi) oppure al tasso fissato dalla BCE sul costo del denaro (come detto sopra, oggi al 2.50%).
Di contro però, le banche si sono adeguate affiancando ai mutui legati al tasso BCE uno spread maggiorato rispetto al classico mutuo variabile. Un chiaro esempio arriva dal primo mutuo legato al tasso BCE lanciato sul mercato italiano: L'Euromutuo di BPM (Banca Popolare di Milano). Andando a vedere le specifiche del prodotto infatti si nota uno Spread pari all' 1,50% contro l'1,10% che mediamente viene previsto dalle banche per un mutuo a tasso variabile legato all'Euribor.

Fonte Kredis

Nessun commento:

Posta un commento