Perchè l'Euribor resta alto

Il taglio dei tassi di interesse ed Euribor non sono direttamente collegati.

Diciamo subito che la decisione concertata tra le Banche centrali mondiali (compresa la Bce, l'Istituto centrale dell'area euro) di tagliare i tassi d'interesse di mezzo punto percentuale è una mezza buona notizia per le famiglie italiane indebitate.

Si tratta, infatti, di una mossa a monte della filiera dei tassi di interesse che non incide direttamente sui prestiti e, più in particolare, sui mutui. Per la precisione il tasso di sconto è il saggio di interesse ufficiale al quale la Banca centrale europea presta i soldi alle banche.
I mutui a tasso variabile, invece, sono nella stragrande maggioranza dei casi, ancorati al tasso Euribor (Euro interbank offered rate). Quest'ultimo è il tasso medio a cui avvengono le transazioni finanziarie in euro tra le grandi banche europee ed è perciò l'indicazione più affidabile del costo del denaro, perché registra quanto le banche sono disposte a pagare o a incassare per prendere o per prestare un certo ammontare di euro.

Prima del taglio dei tassi da parte della Bce il tasso di sconto dell'area euro era al 4,25%, mentre l'Euribor a tre mesi viaggiava al 5,377% e quello a sei mesi al 5,435%. In passato, a ogni decisione da parte della Bce, è seguito un adeguamento dei tassi Euribor nel giro di poco tempo; tuttavia, la crisi finanziaria di queste settimane, che ha alla base una profonda diffidenza tra gli istituti di credito (da qui l'impennata del tasso Euribor ai massimi storici), potrebbe allungare i tempi o, addirittura, non produrre effetti significativi sul tasso interbancario.

In attesa di conoscere nei prossimi giorni gli sviluppi, chi ha un mutuo con tasso variabile legato all'Euribor si ricordi che ha comunque la possibilità di rinegoziarlo con la propria banca o di trasferirlo a un altro istituto di credito (la cosiddetta portabilità).

Fonte : http://www.ilgiornale.it

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